I sindacati, ufficialmente impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori, si trovano ancora una volta sotto i riflettori della magistratura per pratiche che tradiscono vergognosamente la loro missione. A Torino, un’importante inchiesta ha coinvolto figure di spicco del settore sindacale, convocate in Procura per rispondere a gravi accuse. Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere, e le indagini in corso stanno delineando un sistema illecito che riflette perfettamente un mondo distorto di potere e corruzione.
Ciò che emerge da questa inchiesta non riguarda solo presunte attività criminali. Viene alla luce un sistema sindacale che sembra aver abbandonato la difesa dei diritti dei lavoratori, favorendo un guadagno facile tramite meccanismi di iscrizioni forzate. Secondo fonti investigative, migliaia di deleghe sindacali sarebbero state falsificate, con lavoratori iscritti a loro insaputa, sottraendo mensilmente una somma significativa dalle loro buste paga, oltre ai contributi obbligatori alla Cassa Edile.
Molti lavoratori, diffidenti verso i sindacati, evitano di iscriversi. Tuttavia, grazie a una serie di stratagemmi, alcuni dei quali chiaramente illegali, queste iscrizioni avvengono comunque. Uno dei metodi più comuni è la falsificazione delle firme sulle deleghe sindacali. Ora, grazie alle indagini della magistratura, viene alla luce un ulteriore sistema ancora più odioso: l’iscrizione imposta dai datori di lavoro, che ottengono in cambio la cosiddetta “pace sociale”. Questo scambio di favori ricorda pratiche mafiose e ha conseguenze devastanti sulla sicurezza dei lavoratori. In un settore pericoloso come l’edilizia, dove gli incidenti mortali sono una realtà quotidiana, i sindacati chiudono spesso un occhio sulle violazioni delle norme di sicurezza per mantenere buoni rapporti con i datori di lavoro, permettendo loro di risparmiare a scapito della vita e della salute dei lavoratori. Una pratica non solo vergognosa, ma criminale.
Il sistema delle Casse Edili, che dovrebbe garantire diritti e tutele fondamentali ai lavoratori, è gestito dagli stessi sindacati che, quando tradiscono la loro missione, lo utilizzano come strumento di finanziamento. Attraverso una mossa contrattuale ben studiata, non solo i lavoratori iscritti, legalmente o meno, ma anche quelli non associati sono costretti a versare contributi. Si parla di milioni di euro che ogni anno finiscono nelle casse dei sindacati, senza alcuna libera scelta da parte dei lavoratori. Questa pratica, eticamente discutibile, non solo viola gli statuti sindacali e i principi costituzionali, ma contraddice anche il più elementare principio giuridico: la libertà di decidere se sostenere o meno un’organizzazione.
A peggiorare ulteriormente la situazione è il fatto che molti rinnovi contrattuali avvengono senza il coinvolgimento diretto dei lavoratori. Nessun referendum viene indetto per consentire a tutti di esprimersi sugli accordi firmati. Il sindacato si limita a consultare, quando va bene, solo i propri iscritti, ignorando la maggioranza dei lavoratori non tesserati, che non ha voce in capitolo su decisioni che li riguardano direttamente.
Come gruppo CGL, nato per combattere l’ipocrisia, l’incompetenza e la corruzione, proponiamo una revisione legislativa del sistema delle Casse Edili. Questi enti, che garantiscono prestazioni cruciali, potrebbero essere gestiti dall’INPS. Il vantaggio per lavoratori e imprese sarebbe significativo, con prestazioni uniformi a livello nazionale e costi di gestione ridotti, garantendo al contempo maggiore trasparenza e controllo. Gli operatori delle Casse, figure competenti, potrebbero essere assorbiti nell’organico dell’INPS, rafforzando ulteriormente l’istituto.
Questa è solo una proposta, ma ce ne sono altre. L’importante è preservare la funzione di questi enti per proteggere veramente i lavoratori. Con la progressiva perdita di credibilità dei sindacati, la loro possibile scomparsa non è più un’ipotesi così remota.