In un contesto sindacale caratterizzato da tensioni interne e crescenti sfide esterne, la recente elezione del nuovo segretario della categoria degli edili rappresenta un’opportunità per riflettere sullo stato attuale della crisi della CGIL. Mentre i lavoratori si sentono sempre più distanti dai vertici del sindacato, le sue azioni incoerenti e controverse sembrano affossare ulteriormente la credibilità dell’organizzazione. Gruppo CGL, nato come conseguenza dell’espulsione e del licenziamento, subiti da molti ex membri, ha voluto indirizzare una lettera aperta al nuovo segretario della Fillea CGIL Antonio Di Franco, sollevando questioni critiche legate alla rappresentanza, alla tutela dei diritti dei lavoratori e alla gestione interna della CGIL.
Attraverso questa lettera, il gruppo evidenzia le incongruenze e le contraddizioni che la CGIL ha mostrato negli ultimi anni. In particolare, si sofferma su episodi emblematici come il licenziamento di una funzionaria durante un periodo di assistenza ai familiari, sollevando domande sul rispetto dei principi di giustizia sociale e uguaglianza, valori su cui il sindacato dovrebbe fondarsi. Il Gruppo CGL chiede un’azione concreta e coerente al neoeletto segretario, che, con un gesto di riparazione, potrebbe riportare il sindacato su un percorso di integrità e trasparenza.
Antonio Di Franco
Segretario FILLEA CGIL
Sassari, 18/10/2024
Egregio Segretario,
Desideriamo innanzitutto porgerle i nostri più sinceri auguri per il prestigioso incarico che ha appena assunto. La sua posizione di leadership sarà cruciale in un momento storico segnato da crescenti disuguaglianze sociali, sebbene nutriamo alcune riserve in merito speriamo vivamente che saprà affrontare queste sfide con determinazione e visione.
Approfittiamo di questa occasione per porle alcune riflessioni su questioni che reputiamo urgenti per il futuro del sindacato, e in particolare per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori che è chiamato a rappresentare.
In primo luogo, è impossibile ignorare la profonda crisi di rappresentanza che attraversa la CGIL oggi. In settori come l’edilizia, i lavoratori si sentono spesso lontani da sindacalisti che non hanno mai messo piede in un cantiere, provenendo talvolta da contesti del tutto estranei al mondo del lavoro. Come intende affrontare questo scollamento? Non crede che una maggiore vicinanza alla realtà quotidiana dei lavoratori che rappresenta rafforzerebbe la credibilità e l’efficacia dell’azione sindacale?
Inoltre, desideriamo richiamare la sua attenzione su un caso emblematico che ha scosso profondamente l’opinione pubblica: il licenziamento di una funzionaria della FILLEA CGIL di Taranto, avvenuto per “giustificato motivo oggettivo” (motivi economici), proprio mentre usufruiva dei diritti previsti dalla Legge 104 per assistere la madre anziana e il fratello affetto da disabilità. Questo evento ha sollevato molte domande, non solo per la gravità del fatto in sé, ma anche per il suo valore simbolico. Come può un sindacato, che dovrebbe battersi per i diritti dei lavoratori, licenziare una propria dipendente in circostanze così delicate?
Ancor più sorprendente è che il sindacato, da sempre critico verso le attuali leggi sul lavoro, si sia avvalso proprio di quelle norme che denuncia pubblicamente per giustificare il licenziamento. Non crede che questo atteggiamento alimenti un’inquietante incoerenza tra parole e fatti?
Ci chiediamo, se non sarebbe opportuno, come primo atto del suo mandato, rivedere il caso di questa funzionaria, magari consultando la sua coscienza e tentando di rimediare al fallimento del suo predecessore. Un gesto del genere potrebbe restituire dignità alla CGIL e dimostrare che la difesa dei diritti dei lavoratori non conosce eccezioni.
Infine, da giurista, non trova contraddittorio che all’interno della FILLEA Nazionale continui a operare una figura che, qualche anno fa, ha deliberato l’espulsione e il licenziamento di tre dirigenti, decisioni poi giudicate illegittime dalla magistratura? Riteniamo che la presenza di persone così compromesse all’interno dell’organizzazione minacci seriamente la fiducia e la trasparenza che i lavoratori si aspettano da lei.
Ci auguriamo, anche se con un certo scetticismo, che considererà con la dovuta attenzione queste riflessioni e che risponderà con azioni concrete e coerenti. Le rinnoviamo i nostri migliori auguri per il suo nuovo incarico, nella speranza che sotto la sua guida la FILLEA CGIL possa tornare a essere un baluardo di giustizia e difesa dei diritti dei lavoratori.
Cordialmente,
gruppo CGL