Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, continua a distinguersi per dichiarazioni fuorvianti. L’ultima riguarda la presunta origine europea dei diritti alla sanità pubblica e alle pensioni. Secondo Landini, infatti, “l’Europa ha rappresentato un modello in cui la mediazione tra capitale e lavoro ha prodotto la sanità pubblica e le pensioni”. Questa affermazione è storicamente errata e ideologicamente fuorviante.
Il Servizio Sanitario Nazionale italiano (SSN) è nato da battaglie sindacali e precise scelte politiche. Fu istituito nel 1978 con la legge n. 833 dopo decenni di lotte sociali per garantire l’accesso universale alla salute. Un esempio concreto è la mobilitazione dei lavoratori della FIAT negli anni ’70, che contribuì all’espansione della sanità pubblica.
Landini ignora che tale sistema precede l’Unione Europea. Al contrario, l’UE ha imposto politiche di austerità, tagliando finanziamenti alla sanità e chiudendo ospedali.
Anche il sistema pensionistico non è un’invenzione europea. L’INPS è nato tra la fine dell’Ottocento e il regime fascista. Nel 1933, le casse pensionistiche vennero unificate, mentre le prime forme di previdenza risalgono al 1898.
Un caso emblematico è la riforma Fornero del 2011, imposta per rispettare i vincoli di bilancio dell’UE. Questa misura ha innalzato l’età pensionabile e penalizzato milioni di lavoratori, costretti a rimanere in servizio oltre i 67 anni.
Landini ripete sempre le stesse affermazioni, dimostrando una visione distorta della realtà. Le sue dichiarazioni mostrano non solo ignoranza storica, ma anche sudditanza ideologica verso l’Unione Europea. Attribuire meriti all’UE significa cancellare le lotte sociali dei lavoratori italiani.
Peggio ancora, Landini scredita il lavoro dei veri sindacalisti, coloro che hanno combattuto per i diritti oggi minacciati dalle politiche europee. Un esempio lampante è la lotta degli operai Italsider negli anni ’60 e ’70, che ha portato a importanti miglioramenti salariali e previdenziali. Oggi, invece, questi diritti vengono smantellati senza opposizione.
La sanità pubblica e le pensioni sono conquiste nazionali, non doni dell’Unione Europea. Landini, anziché distorcere la storia, dovrebbe tutelare i lavoratori italiani dalle politiche di austerità imposte da Bruxelles.
Il sindacalismo, asservito a interessi politici, ha compromesso la sua missione originaria di tutela dei lavoratori. I lavoratori hanno bisogno di rappresentanti competenti, non di propagandisti senza memoria storica e nemmeno una basilare preparazione scolastica.
Landini ripete sempre le stesse affermazioni, dimostrando una visione distorta della realtà. Il suo continuo supporto a politiche che danneggiano i lavoratori dimostra una totale mancanza di visione e responsabilità. Non solo è un disco rotto, ma gira anche alla rovescia.
I veri nemici dell’Europa non sono i popoli, ma i burocrati dell’UE. Le loro politiche fallimentari hanno devastato l’economia del continente. Un caso eclatante è la gestione della guerra tra Russia e Stati Uniti per interposta Ucraina. Le scelte europee hanno aggravato la crisi economica, aumentando i costi dell’energia e delle materie prime.
Chi paga il prezzo più alto? I lavoratori. Fabbriche chiudono, disoccupazione cresce e salari calano.
E chi ha sostenuto tutto questo? Landini, che invece di difendere i lavoratori, ha accettato passivamente le decisioni di Bruxelles. Il prezzo lo pagano operai, impiegati e pensionati.