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L’opinione
7 Marzo 2025
Dirigente cgil al comitato di garanzia
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CGIL: La dirigente Nurra al vaglio del comitato di garanzia.

La CGIL si trova nuovamente di fronte a una prova decisiva che ne mette in discussione credibilità e coerenza rispetto alle proprie regole interne. Un iscritto ha presentato un esposto che solleva interrogativi sulla gestione interna e sul ruolo del Comitato di Garanzia. La magistratura italiana aveva già accertato che il suo operato si è rivelato contrario alle regole e alle leggi.

L’accusa riguarda Francesca Nurra, membro della segreteria della CGIL Sarda guidata da Fausto Durante. In passato, ha usato proprio questo organo per ottenere l’espulsione di Giovanni Piras, Salvatore Frulio e Antonio Rudas. Quest’ultimo è stato anche licenziato, ma tre sentenze della magistratura hanno stabilito che espulsioni e licenziamento erano illegittimi condannando la CGIL. Nonostante due pronunce definitive, la CGIL ha incredibilmente mantenuto Francesca Nurra in una posizione dirigenziale. Questo solleva gravi interrogativi sulla reale aderenza dell’organizzazione ai principi di equità e giustizia che proclama.

L’iniziativa dell’iscritto pone una questione fondamentale: la CGIL è davvero un sindacato fedele ai valori di democrazia e libertà di cui tanto si vanta? La funzione di tutela dei lavoratori, di cui si dice fiera, è forse divenuta la rappresentazione di una realtà ormai perduta?

È vero o falso che il suo apparato si sia trasformato in uno strumento burocratico volto a proteggere sé stesso e i propri privilegi a scapito della giustizia e della trasparenza? L’esito di questa vicenda rappresenta un test importante. Dovrà dimostrare se le domande che molti si pongono troveranno risposte chiare e serie.

L’esposto contro la Nurra, un test per la CGIL

Più precisamente, grazie a questo esposto, potremo finalmente capire se l’organizzazione sia davvero ciò che afferma di essere o se nasconda, dietro una facciata, i mali che la consumano dall’interno. L’esito di questa vicenda, che dovrebbe essere scontato alla luce delle sentenze giudiziarie, rappresenta un’occasione non tanto per evidenziare la sua crisi di credibilità, già ampiamente accertata, ma per verificare se esista almeno una reale volontà di cambiare rotta.

L’esposto dell’iscritto mette in luce diversi punti critici che chiamano in causa lo Statuto e il suo Codice Etico:

Violazione del principio di responsabilità e integrità: La Nurra ha licenziato illegittimamente un dipendente, come confermato dalla sentenza n.119-2024 della Corte di Appello di Sassari.

Abuso della propria posizione: La dirigente ha utilizzato il proprio ruolo per eliminare avversari interni senza alcun fondamento legale.

Lesione dell’immagine della CGIL: Il comportamento della Nurra ha danneggiato la credibilità dell’Organizzazione agli occhi dei lavoratori e dell’opinione pubblica.

Violazione dello Statuto CGIL: Secondo l’Art. 30 dello Statuto, chi adotta comportamenti contrari ai principi democratici dell’Organizzazione deve essere sottoposto a sanzioni disciplinari.

Incompatibilità con il ruolo dirigenziale: Se un dirigente sindacale viola i principi fondamentali della CGIL, può continuare a ricoprire incarichi di responsabilità?

La CGIL può ancora definirsi un sindacato realmente democratico?

L’esito di questa vicenda rivelerà molto sulla natura attuale del sindacato più rappresentativo in Italia. Dimostrerà coerenza con i propri principi o continuerà a proteggere i suoi burocrati, anche di fronte a sentenze così schiaccianti?

Attenzione: la questione non riguarda solo Francesca Nurra, ma la credibilità dell’intero sistema sindacale italiano. Se la CGIL non prenderà provvedimenti contro chi, invece di difendere i lavoratori, li licenzia illegittimamente, non resteranno più dubbi sulla sua reale natura. Confermerà di essere guidata da un gruppo ristretto di burocrati privilegiati, pronti a eliminare chiunque metta in discussione il loro potere.

Questo caso rappresenta una sfida per il Comitato di Garanzia, ma anche un test sulla vera natura della CGIL di oggi. È ancora un sindacato dei lavoratori o un apparato autoreferenziale che agisce impunemente? Ora la palla passa al Comitato di Garanzia. Dimostrerà che la CGIL conserva un minimo di coerenza interna o lascerà cadere l’esposto, appoggiandosi a qualche cavillo burocratico?

Speriamo di scoprirlo presto.

AUTORE CGL
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