Che cos’è davvero la democrazia? Una parola potente, carica di ideali come libertà, uguaglianza e partecipazione. Nell’immaginario collettivo, la democrazia è quel sistema che garantisce ai cittadini il diritto di scegliere i propri governanti, di influire sul destino del Paese attraverso il voto. Ma è davvero così? O ci troviamo di fronte a una rappresentazione fasulla, dove il diritto di voto è solo una concessione che nasconde la verità?
Dietro le quinte della politica italiana, e non solo, il vero potere è detenuto da pochi, potenti gruppi economici e finanziari che decidono le sorti dei governi e delle nazioni. Chi si candida alle elezioni non è altro che un attore, consapevole o inconsapevole, sul palcoscenico della politica, pronto a prendere ordini da quei pochi che detengono le vere leve del comando: le élite economiche, le banche, le multinazionali, i grandi fondi di investimento, la massoneria e le mafie.
Ogni elezione viene presentata come un momento cruciale per il futuro del Paese. Votare, ci dicono, è il massimo esercizio di potere che abbiamo come cittadini. Ma la realtà è ben diversa. Chiunque vinca le elezioni, che sia di destra, di sinistra o del centro, si troverà presto a fare i conti con le stesse forze economiche che governano effettivamente l’Italia e gran parte del mondo.
Gli eletti, che dovrebbero rappresentare la volontà del popolo, diventano semplicemente esecutori di ordini. Le loro decisioni devono essere allineate con gli interessi dei grandi poteri finanziari, i quali determinano le politiche economiche e sociali del Paese. I margini di manovra sono minimi, stretti in un sistema globale dove le decisioni cruciali vengono prese altrove: nelle sedi dei consigli di amministrazione delle multinazionali, nelle stanze delle banche centrali, e nei corridoi delle istituzioni sovranazionali.
In questo sistema, il compito dei giornali e della televisione è chiaro: far credere al popolo che il voto conta davvero, che le elezioni sono un vero esercizio di democrazia. Ogni giorno, i media ci fanno credere che viviamo nel miglior sistema possibile dandolo per scontato, che i nostri rappresentanti sono la massima espressione della volontà popolare.
Ma la funzione dei media non si ferma qui. Oltre a promuovere l’illusione della democrazia, devono difenderla dagli attacchi di chiunque osi metterla in dubbio. Chi parla di un potere nascosto, di influenze esterne o di una perdita di sovranità nazionale, viene immediatamente etichettato come un fanatico complottista. Il dissenso viene ridicolizzato, marginalizzato e respinto come frutto di menti malate o irrazionali.
Il sistema funziona perfettamente. Da un lato, i cittadini sono convinti di avere il potere attraverso il voto. Dall’altro, i veri padroni del gioco, gli attori economici e finanziari, continuano a gestire indisturbati le leve del potere. Ogni cinque anni si cambia il volto dei governanti, ma le politiche economiche e sociali restano sorprendentemente simili, indipendentemente dal colore politico del governo.
L’agenda è sempre la stessa: riduzione della spesa pubblica, privatizzazioni, allentamento dei diritti sociali, maggiore liberalizzazione dei mercati. Tutte decisioni che servono a proteggere e rafforzare gli interessi di chi detiene il vero potere, non certo a migliorare la vita dei cittadini.
La democrazia, intesa come potere del popolo, è ormai un concetto vuoto. Il vero potere è nelle mani delle élite economiche e finanziarie che gestiscono le risorse, i mercati e, di conseguenza, i governi. Le decisioni politiche vengono prese non per migliorare la vita delle persone, ma per garantire la stabilità dei mercati e la crescita dei profitti delle grandi multinazionali e dei fondi di investimento.
Gli stessi politici, una volta eletti, diventano custodi di questo sistema, ben sapendo che andare contro gli interessi di questi poteri significa, nella migliore delle ipotesi, condannarsi all’oblio politico. Chiunque, non solo i politici, provi a deviare dalla rotta tracciata viene rapidamente messo da parte o, peggio ancora, demonizzato dai media, e se non bastasse persino eliminato. (Mattei, Moro, Falcone, Borsellino) solo per citare i più noti.
La strategia per mantenere il controllo è semplice e potente: chiunque osi criticare questo sistema viene immediatamente marginalizzato e attaccato. Le voci fuori dal coro sono dipinte come paranoiche, complottiste, fanatiche. Il conformismo diventa la regola d’oro: chiunque non si allinei alla narrativa dominante viene escluso dal dibattito pubblico.
I media, che dovrebbero rappresentare il cane da guardia della democrazia, sono invece diventati gli strumenti di controllo del pensiero. L’informazione viene filtrata, manipolata e presentata in modo da sostenere il sistema vigente. Il dissenso viene ridicolizzato, nonostante i fatti dimostrino sempre più che il potere non risiede realmente nei parlamenti, ma nei consigli di amministrazione delle multinazionali e nelle istituzioni finanziarie globali.
Questa verità, a dire il vero, è scomoda. E proprio per questo, il nostro sito, che “fortunatamente non ha una grande visibilità”, non è ancora stato boicottato. Le cose che sosteniamo non sono ben viste da chi tira le fila del potere, e se raggiungessimo un pubblico di centinaia di migliaia di persone, probabilmente verremmo rapidamente messi a tacere. Tuttavia, il nostro obiettivo è proprio quello di far aprire gli occhi a quante più persone possibile. Senza una vera presa di coscienza collettiva, nulla potrà cambiare.
Anche se riuscissimo a rendere consapevole una sola persona prima che ci censurino, ci riterremmo soddisfatti. Quella persona, nel momento in cui si renderà conto di chi comanda davvero e di come funziona il sistema, sarà finalmente libera. E, con un piccolo passo alla volta, è possibile che questa consapevolezza si diffonda e si trasformi in una forza capace di sfidare i veri padroni del gioco.
Se vogliamo davvero cambiare qualcosa, dobbiamo innanzitutto riconoscere la realtà: il nostro voto conta meno di quanto ci fanno credere. Il vero potere è altrove, e fino a quando non ci renderemo conto di questa verità, continueremo a vivere in un sistema che si spaccia per democratico, ma che di democratico ha ben poco.
La sfida non è solo contro i politici di turno, ma contro l’intero sistema economico-finanziario che governa il mondo. Solo attraverso una presa di coscienza collettiva potremo sperare di riprendere il controllo delle nostre vite e del nostro Paese. E questo, per i veri padroni del sistema, è il più grande incubo.