L’ultimo capitolo del teatrino politico italiano si chiama “autonomia differenziata”. Una legge promossa dal governo che, sotto l’apparente volontà di rafforzare il decentramento, nasconde una trappola che rischia di dividere ulteriormente il Paese.
Ma attenzione, lo scontro che vediamo tra i partiti su questo tema è il solito gioco delle parti: destra e sinistra, Nord contro Sud, due facce della stessa medaglia.
L’obiettivo? Mantenere gli italiani divisi, distratti dalle false battaglie interne, per non dare fastidio ai veri padroni del Paese: le élite finanziarie globali, a cui i nostri politici fanno da servi. E, intanto, l’Italia continua a perdere sovranità, strangolata da un debito pubblico creato ad arte per garantirci un posto permanente tra i Paesi sotto il controllo delle potenze straniere.
L’autonomia differenziata viene venduta come una misura necessaria per dare maggiore responsabilità alle regioni e per premiare quelle più “virtuose”. La propaganda politica ha costruito un racconto tossico secondo cui le regioni del Nord, forti e produttive, starebbero sostenendo il peso di un Sud arretrato e fannullone. Questa narrazione non solo è pericolosa, ma è anche falsa.
Il divario economico tra Nord e Sud non è il risultato di una differenza di impegno o capacità, ma di politiche economiche sbagliate e di un sistema che, fin dall’unificazione, ha drenato risorse dal Meridione per favorire il Settentrione. Chiunque conosca la storia economica del Paese sa bene che il Sud è stato volutamente depauperato, trasformato in una riserva di forza lavoro a basso costo e di consumatori passivi. Oggi, spingendo sull’autonomia differenziata, si tenta di cristallizzare queste disuguaglianze, rafforzando le regioni più ricche e condannando quelle più povere a un ulteriore declino.
E mentre i politici litigano in pubblico, apparentemente schierati su fronti opposti, dietro le quinte il gioco è sempre lo stesso. Destra e sinistra si fronteggiano, ma sono due facce della stessa medaglia. Le differenze ideologiche sono solo un’illusione, un teatro messo in scena per tenere gli italiani distratti e divisi. Il vero obiettivo della politica non è risolvere i problemi del Paese, ma mantenere lo status quo e proteggere gli interessi dei veri padroni: i poteri finanziari internazionali e le grandi multinazionali.
I nostri politici, lungi dall’essere leader indipendenti, sono servi di un sistema globale che da decenni impoverisce l’Italia. Ogni volta che il dibattito si accende su temi come l’autonomia differenziata, è solo per distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali: la perdita di sovranità nazionale, l’impossibilità di gestire autonomamente la nostra economia, il declino del welfare e dei servizi pubblici.
Il debito pubblico italiano non è un incidente di percorso, ma uno strumento di controllo. Attraverso il debito, i potentati finanziari hanno ottenuto il potere di dettare le politiche economiche e sociali del Paese. Ogni governo che si succede al potere, indipendentemente dall’appartenenza politica, non fa che eseguire ordini provenienti da fuori. Tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni, smantellamento dei diritti sociali: tutte misure prese in nome della “responsabilità fiscale”, che non fanno altro che aumentare il divario tra ricchi e poveri.
Questa è la vera trappola in cui l’Italia si trova. L’autonomia differenziata non farà altro che peggiorare le cose, creando una competizione tra le regioni per accaparrarsi le risorse sempre più scarse. Il Nord cercherà di trattenere per sé quanto più possibile, mentre il Sud, già in difficoltà, verrà ulteriormente isolato e depredato. Ma nessuna regione, neanche quelle più ricche, si salverà da questo processo. La coperta è già troppo corta per tutti.
Il vero problema non è l’autonomia differenziata, ma l’inesistenza di sovranità. L’Italia non è padrona del proprio destino, non può gestire la sua moneta, la sua economia o il suo futuro. Finché rimarremo sotto il giogo del dollaro e dell’euro, finché saremo costretti a seguire le direttive imposte dalle banche e dalle istituzioni sovranazionali, non ci sarà vera libertà per il Paese.
Non è di una falsa autonomia regionale che abbiamo bisogno, ma di una vera sovranità politica ed economica. È fondamentale avere una banca pubblica che garantisca la sovranità monetaria, di un governo che riprenda in mano le redini del Paese, che metta fine alla schiavitù del debito e all’appartenenza a organizzazioni come la NATO, che ci trascinano in guerre e conflitti che non ci appartengono.
L’autonomia differenziata è una manovra divisiva, voluta da chi vuole tenere l’Italia frammentata e debole, contrastata da chi ha lo stesso identico obiettivo. Solo attraverso una battaglia per la sovranità nazionale possiamo sperare di costruire un futuro migliore. Serve un risveglio collettivo, che smascheri il gioco delle parti della politica e ci permetta di tornare padroni del nostro destino.
La vera sfida non è tra Nord e Sud, destra o sinistra, ma tra un’Italia unita che riprende il controllo del proprio futuro e una nazione frammentata, schiava dei poteri globali. Prima ci liberiamo da questi topastri, meglio sarà per tutti.