La cassa integrazione in Italia ha registrato un aumento dell’1,93% nel mese di luglio 2024 rispetto a giugno 2024, segnalando un nuovo segnale di allarme per il mercato del lavoro. Complessivamente, negli ultimi dodici mesi, sono state accumulate 488,2 milioni di ore di cassa integrazione, un dato che evidenzia una tendenza preoccupante per l’economia nazionale.
Nel luglio 2023, il numero totale di ore di cassa integrazione si attestava a 27,8 milioni, con una combinazione di cassa ordinaria, straordinaria e in deroga. Questa cifra è diminuita in agosto 2023 a 22,6 milioni, suggerendo un temporaneo miglioramento.
Tuttavia, da settembre 2023 in avanti, la tendenza è diventato preoccupante. Le ore di cassa integrazione sono balzate a 37,2 milioni, con una forte componente di cassa straordinaria. L’incremento ha continuato a ottobre con 47,8 milioni di ore, il valore più alto dell’anno.
Nei mesi successivi, il ricorso alla cassa integrazione ha mostrato una leggera flessione ma si è mantenuto su livelli elevati. Novembre 2023 ha visto 38,5 milioni di ore, seguito da 28,3 milioni in dicembre 2023.
L’inizio del 2024 ha visto un ulteriore incremento. Gennaio ha registrato 47,9 milioni di ore, quasi raggiungendo i livelli di ottobre 2023. Febbraio 2024 ha mantenuto questa tendenza con 45,6 milioni di ore.
Da marzo a maggio 2024, il totale delle ore è rimasto stabile ma alto, variando tra i 38,9 milioni di marzo e i 46,4 milioni di maggio. Giugno 2024 ha mostrato una diminuzione a 34,6 milioni di ore, ma il numero è rimasto significativo. Luglio 2024 ha visto un leggero incremento rispetto al mese precedente, chiudendo a 35,3 milioni di ore (+1,93%).
Il totale di 488,2 milioni di ore di cassa integrazione nell’ultimo anno sottolinea la situazione critica del mercato del lavoro in Italia. L’uso crescente della cassa straordinaria e ordinaria evidenzia le difficoltà persistenti delle aziende nel mantenere stabile l’occupazione. Questo scenario riflette un’economia che, nonostante qualche segnale di ripresa, fatica ancora a stabilizzarsi, lasciando incertezza sul futuro occupazionale del Paese.
